L’intervento di Claudio Fenucci a Radio Tv Serie A
Questa mattina l’Amministratore Delegato rossoblù Claudio Fenucci è intervenuto ai microfoni di Radio Serie A. Questi alcuni dei temi trattati:
“La Superlega? La Lega si è già espressa con un comunicato ufficiale e per quanto ci riguarda credo che la visione del futuro si fondi su due principi: la rilevanza e centralità dei campionati nazionali e l’accesso a tutte le competizioni internazionali per via meritocratica sulla base dei risultati ottenuti nei campionati.
E’ possibile che attraverso un dialogo costruttivo con Eca e Uefa si possa arrivare ad un ulteriore miglioramento dei format delle competizioni, ricercando una maggior rappresentatività per i campionati che come mercati media generano più risorse. Uno dei primi problemi da affrontare in questo dialogo è proprio l’armonizzazione dei calendari, visto che l’espansione di alcune competizioni e la creazione di nuove da parte della Fifa stanno generando dei problemi nella gestione dei Club.
Il mancato rinnovo del Decreto Crescita? Onestamente la trovo una decisione incomprensibile. Il provvedimento aveva ridato competitività al calcio italiano e lo hanno dimostrato i risultati delle ultime coppe europee. Aveva un impatto limitato sulle finanze dello Stato, ora dovremo adeguare i budget con gli effetti della nuova fiscalità e questo significa attrarre calciatori probabilmente di minor rilevanza tecnica. Questo implicherà una minor competitività internazionale e quindi minori risorse per il calcio italiano, il tutto senza garantire ulteriore gettito significativo per lo Stato.
C’è stata tanta demagogia sugli effetti del Decreto sull’impiego dei calciatori italiani ma il trend di crescente presenza dei calciatori stranieri era già in atto anche senza i vantaggi fiscali; nel 2018 la presenza degli stranieri over 21 era già al 60% del totale; credo sia più un problema legato al percorso formativo e motivazionale dei nostri giovani tema che richiederebbe maggiore approfondimento.
Per quanto riguarda lo stadio siamo in chiusura della Conferenza dei Servizi, dopo aver unificato i progetti che riguardano la riqualificazione del Dall’Ara e la creazione dello stadio temporaneo. Il percorso è stato lungo e il progetto ha subito diverse modifiche, ma sotto l’aspetto delle autorizzazioni stiamo arrivando alla fine. E’ un modello misto con investimenti da parte del nostro azionista e un contributo da parte del Comune di Bologna, che dopo la fine della concessione rimarrà proprietario dell’impianto.
Rispondendo in generale sul tema degli stadi direi che le difficoltà in Italia sono legate alla complessità del percorso autorizzativo con l’intervento di troppe controparti istituzionali e l’assenza di strumenti o fondi destinati all’edilizia sportiva. Sul primo la proposta di un Commissario fatta dal ministro Abodi poteva rappresentare un’opportunità per velocizzare l’iter autorizzativo. Sul secondo ricordo che in Europa negli ultimi dieci anni sono stati realizzati più di 170 stadi, molti con un sistema pubblico privato. Quando non realizzato completamente dal pubblico come in alcuni paesi, l’incidenza media dell’intervento governativo o degli enti locali è vicina al 30%. Sul tema dei fondi dedicati pensiamo che relativamente ai 14 progetti in corso di avviamento in Italia si parla di 3 miliardi di investimenti che genererebbero ritorni per 9 miliardi sull’economia dei territori e occupazione per 12000 persone. Su questa progettualità non si sono mai trovate risorse pubbliche da affiancare agli investimenti dei privati in un sistema paese dove, prescindendo da ogni giudizio di opportunità, un provvedimento per l’edilizia come il superbonus ha generato oneri per lo Stato stimati in 110 miliardi. Ospiteremo gli Europei con la Turchia, uno stato che produce meno della metà del PIL italiano ma ha stadi molto più moderni e funzionali dei nostri.”.