Pagotto Mario
Nato a Fontanafredda (UD) il 14 dicembre 1911, difensore. Terzino roccioso, dotato di perfetto tempismo, arriva a Bologna nel 1935 direttamente dai dilettanti del Pordenone. Promosso titolare da Weisz, contribuisce alla conquista di tre scudetti e del Torneo dell’Expo di Parigi. Richiamato negli alpini dopo la sospensione dei campionati, alla notizia dell’armistizio dell’8 settembre 1943 viene preso prigioniero insieme ai commilitoni di stanza a Vipiteno da un reparto della Wermacht e deportato in diversi campi di prigionia dai tedeschi e, nelle ultime fasi della guerra, dai sovietici. A Cernauti, nell’attuale Ucraina, allestisce insieme ad altri italiani una squadra di calcio che diventa in breve un’attrazione, garantendo ai prigionieri la sopravvivenza. Il 18 ottobre 1945, dopo due anni di assenza, Pagotto riesce a ritornare a Bologna e ad abbracciare la moglie Giuseppina e il figlio Pietro, nato durante la sua prigionia. Nonostante la condizione di grave prostrazione fisica e psicologica, Pagotto torna anche al calcio professionistico col Bologna, contribuendo alla conquista della Coppa Alta Italia nel 1946. Nel 1947 lascia il Bologna per chiudere la carriera nella Vignolese. In rossoblù 245 presenze, 0 gol.