Puricelli Ettore
Nato a Montevideo (Uruguay) il 15 settembre del 1916, centravanti. Il grande Schiavio aveva gettato la spugna, occorreva trovare un centravanti e Dall’Ara si rivolse al serbatoio che così difficilmente tradiva, il calcio uruguaiano. Gli mandarono uno che… suonava benissimo. Non nel senso di uno strumento musicale, ma in quello anagrafico. Il suo secondo cognome infatti, quello materno, pareva tutto un programma: Seña. Pronunciato correttamente per intero, faceva un bell’effetto: Puricelli segna. E Puricelli segnò, tantissimo, sin dal primo torneo (1938-39), vincendo la classifica cannonieri e portando la squadra allo scudetto: delle 19 reti, ben nove di testa, tanto da meritargli l’appellativo di “Testina d’oro”. Non si trattava di colpi di potenza, ma di maliziose deviazioni a bersaglio sui cross che Biavati pennellava da destra, sfruttando un tempismo eccezionale: quando gli avversari scendevano, impiombati dalla forza di gravità, lui pareva essere ancora in ascensione. I piedi non erano eccelsi e per questo il pubblico bolognese, proverbialmente di palato fino, non sempre lo amò alla follia. I suoi gol a raffica produssero un altro scudetto, anno 1940-41 (22 centri personali!), poi dopo la guerra se ne andò al Milan, continuando nel mestiere di fabbricante di gol. Divenne poi allenatore e proprio alla guida del Milan vinse lo scudetto 1955, prima di specializzarsi in tecnico di squadre provinciali in lotta per la salvezza. In rossoblù 145 presenze 96 reti.